Paradiso, Inferno e Comunicazione 2.0

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Comunicazione 2.0Sapete perché il paradiso è un posto così bello? Perché all’accoglienza c’è un inglese, all’organizzazione un tedesco, alla cucina un francese e all’animazione un italiano. E sapete perché l’inferno è un posto così brutto? Perché all’accoglienza c’è un francese, alla cucina un inglese, all’animazione un tedesco e all’organizzazione un italiano. Come tutte le barzellette ironiche, questa storiella mi fa prima sorridere e poi… riflettere. Possibile che con l’organizzazione, noi italiani, non riusciamo proprio ad andare d’accordo? Possibile, più in generale, che la nostra vastissima cultura riesca a concretizzarsi – se riesce – in progetti tanto visionari quanto impresentabili? La risposta è sfortunatamente affermativa. Basti pensare al defunto Volunia, motore di ricerca “made in Italy” andato online in beta con una veste grafica raccapricciante e una comunicazione promozionale che peggio di così non poteva essere.  Ed è proprio di comunicazione 2.0 che vorrei parlarvi in questo post. Come molti degli addetti ai lavori sapranno, il problema non riguarda solo progetti importanti come Volunia. Tanti, tantissimi siti si presentano con pagine d’anteguerra, dove oltre al layout e all’usabilità a peccare è il testo, parte centrale della comunicazione di un’impresa. I problemi più frequenti sono abbastanza noti:

  • mancanza di una formattazione adeguata;
  • caratteri talmente piccoli da risultare illeggibili;
  • font poco allettanti per la lettura online;
  • ottimizzazione delle parole chiave inesistente;
  • ancore (parole in bold) e link distribuiti a caso.

Il tutto impacchettato in grafiche stile Volunia, per giunta con un’usabilità che rasenta lo zero. Una catastrofe? Direi di sì. Per rendersene conto basta navigare qua e là nel web, soprattutto nei siti delle amministrazioni pubbliche, vero e proprio distillato di ignoranza in fatto di comunicazione. Scriviamo ad esempio “Roma” su Google e vediamo che succede se confrontiamo lo stesso risultato per la chiave di ricerca “Paris”.

Ricerca Roma


Ricerca Parigi

Notato niente di strano? Io sì: noto un bug comunicativo gigantesco già nella breve descrizione dei due siti, il burocratico “Servizi, novità, informazioni e guide per l’orientamento nella pubblica amministrazione a Roma” e l’accattivante “Guida per visitare, studiare, lavorare e investire”. Se poi il sito della capitale francese mantiene effettivamente le promesse, quello della capitale italiana non fa che sfatarle, essendo tutto tranne che un contenitore di servizi, novità, informazioni e guide. A titolo di esempio riporto lo screenshot di una pagina che chiunque cittadino potrebbe essere interessato a leggere:

 

 Pagina Sito Roma - parte alta
 Pagina Sito Roma - parte bassa

 

Mi fermo qui, un po’ perché il post comincia a essere lungo, un po’ perché gli esempi potrebbero essere infiniti, a dispetto degli errori, più o meno sempre gli stessi. Credo che quello della comunicazione inefficace, come molti altri, sia un problema che fa comodo a molti. Perché investire soldi e tempo se fino ad ora, bene o male, le cose hanno funzionato? Chi si assumerà la responsabilità di quello che sarà il risultato finale? Troppe domande, troppe incognite, troppa fatica. Meglio allora tornare a sorridere con la barzelletta dell’inferno e del paradiso, divertente quanto i raffinatissimi calcoli di marketing sbandierati da agenzie di comunicazione 100% italiane.

E per chi ancora non fosse convinto, ecco uno splendido intervento di Giacomo Mason.

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